Santa Maria Francesca delle cinque piaghe

Terziaria francescana (1715 – 1791), condusse vita ascetica e penitenziale in un appartamentino dei ‘Quartieri spagnoli’. Ebbe doni mistici e il suo amore per la Passione di Cristo si manifestò anche con la stigmatizzazione. Si rivolgono alla sua intercessione, per ottenere grazie, particolarmente le donne durante la gravidanza.

Anna Maria Rosa Gallo, nata a Napoli il 25 marzo 1715, da Francesco Gallo e da Barbara Basinsi. Il padre, che gestiva un piccolo negozio di mercerie, aveva un carattere severo ed era molto avaro ed irascibile: maltrattava sia la figlia che la madre, costringendole a lavorare duramente. La madre invece era molto dolce, devota e paziente. Anna Maria nacque e visse nei ‘Quartieri spagnoli’ di Napoli, la zona popolosa così denominata poiché costituita da tanti vicoletti intersecati a scacchiera, dove le truppe spagnole vicereali del Seicento venivano ‘acquartierati’ in casette di 1-2 stanze, alte massimo 1 piano, a poca distanza dal Palazzo Reale e pronti ad intervenire alla prima chiamata. Quando era quasi finita l’occupazione spagnola, queste case furono sopraelevate di altri piani, visto che era proibito costruire fuori le mura della città e, una volta andate via le truppe, vi entrarono i cittadini per abitarvi. Questo rione, a ridosso della strada principale di Napoli, via Toledo, formato da un reticolato di alti palazzi ma in vicoli stretti e senza luce, viene ancora chiamato ‘sopra i Quartieri’; la popolazione abitava praticamente a brevissima distanza dalle finestre e balconi del muro di fronte. Nonostante che nel quartiere si fosse sviluppata la promiscuità e la violenza, vi era anche un pullulare di opere religiose con conventi e chiese, i cui Ordini si stabilivano lì, per poter dare concreto aiuto spirituale e materiale ai fedeli.

Anna Maria Gallo, man mano che cresceva, mostrò sempre più una vita cristiana eccelsa, tanto da essere soprannominata la ‘santarella’. Continuava ad accettare con mitezza i maltrattamenti del padre e delle sorelle, offrendo a Dio tutte le sue sofferenze per la salvezza delle anime. In quel periodo frequentava la chiesa di Santa Lucia al Monte, annessa al convento dei Frati Alcantarini, ed ebbe come direttore spirituale San Giovanni Giuseppe della Croce, che ne avrebbe predetto già da allora la santità. Anche un altro santo, San Francesco Geronimo, quando Anna Maria Gallo aveva circa un anno, ne avrebbe predetto la santità. All’età di sedici anni manifestò al padre il desiderio di entrare nel Terz’Ordine Francescano Alcantarino, ma questi glielo impedì, perché l’aveva promessa in sposa a un ricco giovane che ne aveva chiesto la mano. Solo qualche tempo dopo, nel settembre 1731 il padre si lasciò persuadere da un frate, Padre Teofilo, ad acconsentire che la figlia divenisse terziaria francescana.

L’8 settembre 1731 professò i voti di castità, povertà ed obbedienza, assumendo il nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, per il suo amore alla Passione di Cristo, alla Vergine Maria e al Serafico Padre. Vesti l’abito francescano e continuò a vivere nella casa paterna, continuando ad essere maltrattata. Per qualche tempo fu affidata alla direzione spirituale di un prete di tendenze gianseniste che, per saggiare l’autenticità della sua santità, le imponeva forti penitenze, che lei però accettava ben volentieri, aggiungendone anche altre volontarie. A 38 anni, insieme ad un’altra terziaria consacrata, Maria Felice, andò a fare la governante nella casa del suo direttore spirituale, il padre Giovanni Pessiri, un sacerdote che viveva al secondo piano di un antico palazzo in vico Tre Re a Toledo, dove rimase per 38 anni fino a quando il Signore la chiamò a sé. L’edificio prese in seguito il nome di ‘convento’ poiché dimora delle consacrate secolari, che venivamo denominate dal popolo ‘suore di casa’, anche se in effetti si trattava di un appartamentino per una famiglia. Delle stanze vennero, dalle consacrate, adibite per la cappella e le attività religiose.

La vita di Santa Maria Francesca fu contrassegnata da forti sofferenze fisiche e morali, che lei accoglieva come dono di Cristo per collaborare alla salvezza dei peccatori. La casa della Santa napoletana divenne meta continua di fedeli ed anche di sacerdoti, fra i quali San Francesco Saverio Bianchi, al quale predisse che sarebbe diventato un santo. Ebbe vari doni mistici, come la profezia, ed ancora vivente, tramite lei si verificarono eventi prodigiosi che il popolo considerò miracolosi: come i 105 bombardamenti su Napoli durante la seconda guerra mondiale, che risparmiarono il quartiere della Santa. Secondo i suoi seguaci, la donna possedeva il carisma della profezia. Pare che abbia anche predetto, molti anni prima, l’evento della Rivoluzione francese. Era considerata stigmatizzata come San Francesco e ogni venerdì, e per tutta la durata della Quaresima, riferiva di avvertire i dolori della Passione di Cristo. All’interno dell’appartamento – convento vi è una sedia ritenuta miracolosa dai fedeli. Essa è la sedia dove solitamente Maria Francesca sedeva per riposare e trovare sollievo mentre avvertiva i dolori della Passione. Ancora oggi chi vuol chiedere l’intercessione della santa, vi si siede e le rivolge una preghiera. Questo rituale è particolarmente seguito dalle donne sterili che desiderano il concepimento di un figlio. Santa Maria Francesca morì il 6 ottobre 1791, a 76 anni. Ai funerali partecipò una grande folla che prese d’assalto la bara, desiderosa di avere una reliquia, per cui dovettero intervenire le Guardie del Corpo del Re. Fu sepolta nella chiesa di Santa Lucia al Monte, al Corso Vittorio Emanuele a Napoli. Il 6 ottobre 2001 le sue reliquie furono traslate nel santuario di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, ricavato nella casa di vico Tre Re dove era vissuta. Fu beatificata il 12 novembre 1843 da papa Gregorio XVI e canonizzata il 29 giugno 1867 dal Pontefice Pio IX, prima santa della Chiesa di Napoli.